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Viktoriya Andrushchyshyna è impegnata nell’aiuto ai bambini sofferenti per la guerra in Ucraina

La suora
che restituisce il sorriso

 La suora che restituisce il sorriso  QUO-108
14 maggio 2024

«Temo solo una cosa, di dover seppellire qualcuno dei bambini di cui ci prendiamo cura», ha affermato suor Viktoriya Andrushchyshyna. Fin dai primi momenti dopo l’aggressione russa in Ucraina, ha iniziato a creare rifugi sicuri per madri con bambini piccoli e donne incinte.

Il rifugio alla stazione e gli angeli della gioia


«Durante la prima settimana di bombardamenti, eravamo nel seminterrato, spaventate, e pensavo a come aiutare i nostri bambini», ha raccontato. In seguito, si è recata alla stazione ferroviaria, dove si fermavano i rifugiati dall’Ucraina orientale. Una donna incontrata per caso le disse di aver preparato una stanza per madri con bambini, dove potevano sentirsi al sicuro.

Iniziò a prendersi cura dei figli degli sfollati rifugiatisi a Vinnytsia. Ha radunato un gruppo di volontari e ha iniziato a organizzare i giochi: «Volevo far uscire i bambini dalla tristezza in cui erano bloccati». Ha sottolineato che la guerra impone ai bambini un regime difficile da sopportare: non possono andare a scuola e neppure uscire a giocare. Per formalizzare il progetto che iniziava ad assumere forme concrete, la suora si è unita al Servizio di emergenza cristiano, istituito a Kiev per aiutare le persone dopo lo scoppio della guerra nel 2014. Presso di essa ha creato un corpo di aiuto ai bambini: “Gli Angeli della gioia”.

La vocazione angelica


Il nome non è casuale. Suor Viktoriya appartiene alla congregazione delle suore degli Angeli, fondata nel 1889 quando la Chiesa fu duramente perseguitata dallo zar russo. Le ha conosciute grazie alla zia materna. «Quando mia zia veniva da noi, dava un’ottima testimonianza e io decisi di seguire le sue orme». Nel 2005, ha fatto i suoi primi voti. Ha studiato pedagogia, e ciò ha dato una nuova direzione alla sua vita. «Lavorare con i bambini è la mia passione, è un compito di molta responsabilità, del resto i genitori ci affidano le loro gioie, fiduciosi che sono al sicuro e che saranno educati ai più alti valori», ha detto. Confessa che aveva avuto già una buona scuola a casa, dove si era presa cura di quattro fratelli minori. Una sorella, seguendo le sue tracce, è entrata nelle suore degli Angeli.

La suora del ritorno del sorriso


Attualmente, suor Viktoriya lavora a Zhytomyr, ma con i suoi angeli della gioia viaggia continuamente nelle zone liberate dai russi. L’aiuto è rivolto principalmente ai bambini sfollati, provenienti da famiglie difficili e i cui padri sono morti in guerra. Ogni volta, da 50 a 70 bambini partecipano al progetto “Avventure Angeliche”. «Arriviamo presto, decoriamo la stanza con palloncini, portiamo la macchina per lo zucchero filato e gli hot dog, e iniziano i giochi», racconta. Ognuno dei bambini riceve un’aureola, e la suora insieme ai volontari racconta ai piccoli degli angeli e della loro missione, e che ognuno di noi può essere un angelo per il prossimo. Durante il gioco, compare anche una torta per i bambini che festeggiano il loro compleanno: «Restituiamo loro un surrogato di normalità, pensiamo alle piccole cose a cui i genitori non hanno più la forza di badare». Confessa che il suo cuore si spezza quando i bambini ricevono regali senza la minima emozione sul viso, senza un sorriso. «Ci vuole molto tempo e pazienza perché la tristezza si plachi», ha affermato. Ricorda le lacrime delle mamme che vedono i loro bambini ricominciare a sorridere. Questa è la più grande ricompensa per gli angeli della gioia. Tra i volontari ci sono, tra gli altri, mamme e papà che portano i propri figli alle avventure angeliche. «È una testimonianza incredibilmente edificante vedere i loro genitori servire i bisognosi», ha affermato suor Viktoriya.

Gli angeli hanno bisogno di sostegno


Nell’ambito della missione, le famiglie ricevono pacchi con aiuti alimentari e prodotti per l’igiene personale. «Viviamo della Divina Provvidenza», dichiara suor Viktoriya. Spesso va al mercato e mendica ai venditori i prodotti necessari. Nonostante la difficile situazione, c’è grande solidarietà. Quando la cassa è vuota, accadono miracoli. Trova denaro nei libri donati o un bonifico inatteso arriva sul suo conto. Nei villaggi di frontiera organizza proiezioni di film per i più piccoli con i popcorn. «I bambini sono il nostro futuro ma sono loro a soffrire di più in questa guerra, dobbiamo salvare la loro infanzia». Non è ancora capitato di dover cancellare una spedizione per motivi economici. «Dio — conclude — aiuta, manda angeli buoni, grazie ai quali possiamo investire nei bambini».

di Beata Zajączkowska


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