· Città del Vaticano ·

È un servizio multiforme quello di una religiosa delle Sorelle mariane di Schönstatt in Ecuador

La cura dei denti fra la gente e il messaggio di Dio
sui social

 La cura dei denti fra la gente e il messaggio di Dio sui social  QUO-137
18 giugno 2024

«È un dono poter fare tutto quello che mi piace di fare. Sono una religiosa dell’istituto secolare delle Sorelle mariane di Schönstatt. Ho lasciato l’odontoiatria per diventare suora, ma poi ci sono tornata. E ora mi occupo anche di social media che sono in realtà il mio hobby». Così suor M. Paula Blum, ecuadoriana, riassume la sua vita in un’intervista con i media vaticani. La religiosa spiega come si è trovata a vivere la sua missione in questi campi così diversi. «Quando avevo 11 anni ho deciso di diventare dentista», ricorda. Frequenta i corsi di odontoiatria per tre anni prima di entrare dalle Sorelle mariane di Schönstatt, che conosce attraverso il lavoro che il movimento omonimo fa con i giovani e le famiglie. Si sente attratta da questo stile di vita e pensa di poter rendere il suo servizio nella pastorale.

Quando M. Paula entra nella comunità non sa che in un istituto secolare le suore possono anche svolgere una professione a parte. Gli istituti secolari sono infatti comunità di persone consacrate che possono vivere sole nel mondo e lavorare in vari ambiti. La loro missione è santificare la Parola “dall’interno” attraverso la loro presenza in seno alla società secolare. Suor M. Paula ricorda ancora il giorno in cui la superiora le ha chiesto se voleva continuare a studiare odontoiatria: «Ho risposto che ci avevo pensato e che, se fosse stato possibile, la mia risposta era sì». Intanto la religiosa ventila anche l’idea di studiare una materia che abbia a che fare con i social media. E poi la decisione: «Ho pensato che dei social media potevo occuparmi anche senza uno specifico titolo di studio, mentre il dentista, senza un diploma, non lo si può fare».

I denti sono un tesoro

«Lo so che normalmente le persone hanno paura di andare dal dentista e trovano strano che a noi piaccia lavorare nella bocca della gente», ci spiega suor M. Paula. Lei invece considera la bocca e i denti delle persone come «un tesoro: so di dovere studiare ancora molto prima di potermi prendere cura dei denti che ci consentono di parlare, di mangiare e anche di avere buoni rapporti. Infatti le persone che non hanno un bel sorriso spesso hanno scarsa autostima, alcune a volte non parlano nemmeno», ci spiega.

Suor M. Paula considera il lavoro da dentista come un mezzo per aiutare le persone a sperimentare il proprio valore e la propria dignità. È sempre stato suo desiderio aiutare la gente. «So che da dentista posso aiutare molte persone a ritrovare un sano stile di vita, posso aiutarle a mangiare bene e qualsiasi cosa desiderino, e a migliorare la loro autostima», aggiunge.

Dio deve essere
dove sono le persone

E poi c’è l’altra passione di suor M. Paula: i social media. Confessa: «Quando pensavo di diventare una religiosa, non ho voluto chiedere alla suora più giovane ma ho usato Google per informarmi sulle Sorelle mariane di Schönstatt. Lì ho capito che le persone a volte cercano risposte su internet». Le religiosa spiega così perché si è sentita chiamata a usare i social media per essere vicina alla gente: «Il fatto di essere una millennial, di essere cresciuta con i social, nel mio tempo, con Hi5 e con Facebook, mi ha fatto capire che la gente passa moltissimo tempo su questi media perché lo facevo pure io. Ho sempre voluto essere là dove c’era la gente. Dio deve essere lì dove c’è la gente, dove le persone cercano risposte». Blum inizia a sviluppare un canale Instagram che la comunità in Ecuador aveva aperto nel 2020, motivando le sue consorelle a collaborare creando contenuti stimolanti per la comunità online: così nasce l’account @hermanasdemariaec.

Dividere il suo tempo tra vita comunitaria, studi universitari e social media è stato una bella sfida, ammette suor M. Paula: «Il tempo è il problema principale; sento di avere un dono, che posso fare tutto ciò che mi piace. Ma poi, gestire il tempo che hai a disposizione quando ami tutto quello che fai, è davvero una sfida». Alla fine, per i social le rimane una mezza giornata alla settimana, ci confida, e ci sono momenti in cui non basta. «In alcuni periodi, quando lo studio è davvero impegnativo, mi ritrovo a montare i video sulla strada di casa», racconta ancora la nostra interlocutrice. «Quando arrivo a casa, poi, sono un po’ stordita, però quel video l’ho completato! Sì, devo dire che è impegnativo».

Le religiose sui social media

Suor M. Paula condivide il suo pensiero sul particolare contributo che le religiose possono dare al mondo dei social media. Una domanda in particolare l’ha motivata: «Pensavo: ma se la Beata Vergine Maria fosse qui, oggi, e avesse a disposizione i social media, come comunicherebbe il messaggio di suo Figlio a questo mondo, in questo secolo? Penso che questo sia il contributo che possiamo dare come donne consacrate: portare il messaggio di Dio in modo femminile, come farebbe Maria, con quel linguaggio, con quei valori».

E siccome «ci sono davvero tante fake news e tante immagini false della donna — conclude — credo che abbiamo anche il compito di farne scoprire al mondo l’immagine vera».

#sistersproject

di Francine-Marie Cooper