· Città del Vaticano ·

Nei quartieri poveri dell’Argentina insieme alle religiose dell’Opera Don Orione

Giovani al fianco
degli emarginati

  Giovani al fianco degli emarginati  QUO-156
11 luglio 2024

«Mancano giovani veramente “trasgressivi”, non conformisti, che non siano schiavi di un cellulare, ma cambino il mondo come Maria, portando Gesù agli altri, prendendosi cura degli altri, costruendo comunità fraterne con gli altri, realizzando sogni di pace!». Queste parole che Papa Francesco ha pronunciato durante la recita dell’Angelus nella cattedrale di Asti il 20 novembre 2022, hanno preso vita tra un gruppo di giovani in Argentina.

Nei remoti quartieri della città di Presidenza Roque Sáenz Peña (provincia del Chaco-Argentina), un gruppo di giovani, accompagnati da religiose dell’Opera Don Orione, si sono impegnati dal 19 al 22 luglio 2023 in una missione che avrebbe cambiato le loro vite per sempre e avrebbe portato frutti fino ad oggi. Quello che era iniziato come un viaggio di servizio si è presto trasformato in un’esperienza trasformatrice, dove il vero significato dell’evangelizzazione si è rivelato in ogni atto di bontà e di compassione.

Dall’inizio della giornata fino al tramonto, questi giovani si sono dedicati completamente al compito di fare del bene: hanno organizzato laboratori per i bambini del quartiere, hanno condiviso momenti di preghiera e riflessione con le famiglie e hanno accompagnato con il loro aiuto coloro che mancavano di risorse. Ogni azione, per quanto piccola fosse, era impregnata di amore e genuina attenzione.

Ma al di là delle opere materiali, ciò che ha lasciato davvero un’impressione duratura è stato lo spirito di gioia e di cameratismo che ha caratterizzato ogni momento condiviso. Tra risate e sorrisi, questi giovani hanno scoperto la vera essenza del servizio: non si trattava solo di fare cose per gli altri, ma di essere veramente presenti, di condividere la vita e le esperienze con coloro che servivano

Nelle notti tranquille, sotto un cielo stellato che sembrava sussurrare segreti di eternità, sono nate conversazioni profonde e significative. I giovani hanno condiviso le proprie storie di fede e di speranza, ascoltando con attenzione le esperienze di coloro che stavano servendo. In quei momenti di intimità e connessione, si sono forgiati legami che trascendevano i confini del tempo e dello spazio.

Attraverso le loro azioni, questi giovani hanno dimostrato che servire gli altri non è solo un modo efficace per portare il messaggio di Cristo, ma anche una fonte inesauribile di gioia e realizzazione personale. Il loro esempio ispiri altri a seguire il loro cammino, seminando semi di amore e speranza ovunque andranno.

Mickeas, un ragazzo di 16 anni, ha condiviso la sua esperienza trasformatrice: il suo quartiere, segnato da violenza, combattimenti e dalla presenza di armi e droghe, era il suo scenario quotidiano. Mickeas trascorreva le sue giornate per strada, causando disordini insieme ai suoi amici. Tuttavia, un giorno ha ricevuto l’invito a visitare la “Casita Mi Esperanza” (Casetta Mia Speranza), uno spazio della sua parrocchia destinato ai giovani del quartiere. Attualmente, Mickeas partecipa attivamente al gruppo di giovani della parrocchia, che si riuniscono tre giorni alla settimana con l’obiettivo di allontanare i ragazzi dalla strada. Collabora anche alla “Casita Mi Esperanza”, dove lavora con i più piccoli. Il suo compito è organizzare giochi e fornire sostegno, mostrando loro che esistono alternative di vita più positive. Questa fase della sua vita gli permette di aiutare gli altri e diventare un leader positivo.

Candela ha 14 anni e proviene da un quartiere umile. La sua partecipazione a vari settori della sua parrocchia è stata arricchente. Nel settore pre-gioventù e in esploratori, condivide momenti con i bambini, offrendo loro un luogo dove incontrarsi la domenica. Inoltre, fa parte del club parrocchiale nel settore del folklore e del canto.

Ciò che più l’ha motivata a partecipare a questa missione è stata l’opportunità di sperimentare realtà sconosciute. Visitare famiglie, parlare con persone diverse e mostrare un genuino interesse per le loro vite è diventata un’esperienza gratificante. Candela ha percepito l’emozione della gente del quartiere alla sua visita, che le ha permesso di entrare nelle case delle famiglie visitate per pregare insieme a loro e accompagnare le diverse situazioni familiari.

Un momento significativo è stata la visita a una signora che ha ricevuto i missionari, nonostante fossero parecchi, e ha condiviso con loro il suo dolore: un fratello con problemi neurologici che soffriva di convulsioni. Insieme hanno pregato e implorato benedizioni per la sua casa e la sua famiglia.

Questa missione ha lasciato a Candela esperienze buone e un grande desiderio di continuarla, perché vuole comunicare la sua esperienza ed entusiasmare altri giovani, mostrando loro la bellezza di rallegrare la vita delle persone perché si sentano accompagnate, anche a distanza.

di María Jesús Nieva


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