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La trappola

 La  trappola  ODS-024
03 settembre 2024

Alice aveva tutto: una laurea, bell’aspetto, un lavoro a tempo indeterminato nel sociale — la sua vera passione —, aveva un fidanzato e progetti di metter su famiglia. La sua vita, che sembrava avviata su binari ben definiti, all’improvviso prende una direzione imprevista e pericolosa. Alice fa un unico passo falso, spinta dalle circostanze e dall’amore per i suoi genitori, che la porta al limite dell’autodistruzione.

Per capire dobbiamo fare un passo indietro, a quando il padre di Alice era dirigente di una azienda famosa, oltre confine, con uno stipendio tale da consentire ai figli una infanzia dorata. Li aveva portati a vivere in una grande villa, tra le più belle del paese, la mamma aveva smesso di lavorare per dedicarsi all’ultimo nato. All’improvviso lo colpisce come un fulmine una crisi aziendale, uno di quei fatti della vita che non siamo in grado né di prevedere né di controllare. Perde il lavoro. L’uomo non trova la forza per reagire, cade in depressione. Presto la banca si impadronisce della villa, perché le rate del mutuo a questo punto diventano insostenibili. La grande casa finisce all’asta. Prima ancora che sia venduta, la famiglia viene sloggiata. Devono trasferirsi tutti nell’appartamento della nonna in 50 metri quadri.

Ogni sei mesi si tiene l’asta e sempre va deserta. Il valore della proprietà scende sempre più. Gli anni passano così. Alice continua la sua vita, ma il padre non esce mai, passa ore sul divano, è ossessionato, pensa solo a riprendersi la villa. A loro insaputa in paese qualcuno li osserva, li studia e tende la rete.

Un giorno, un “amico” telefona dal tribunale e gli fa la soffiata che metterà in moto tutto il meccanismo: Stavolta il compratore c’è, dice la voce al telefono, perché il valore a base d’asta è sceso ad un livello troppo interessante. Iniziano frenetiche consultazioni. La famiglia decide di mettere in vendita la casa della nonna, e con quei soldi presentarsi all’asta per ricomprare la villa. Solo Alice può farlo, il padre infatti è escluso come debitore insolvente, il fratello non ha neanche 16 anni. La ragazza si offre.

Si presenta alla famiglia lo stimato titolare di una agenzia immobiliare del centro del paese. Li rassicura: Non preoccupatevi — dice — l’operazione è sicura. Infatti, poco dopo, entra in scena un compratore, si stabilisce un prezzo congruo, avanzano perfino alcune decine di migliaia di euro.

Alice si presenta all’asta, versa la caparra, si aggiudica la casa. È strano però. Non c’è nessun altro che partecipa. Ora non resta che perfezionare la vendita della casa della nonna in tempo per versare il pattuito. Ed è qui che va tutto in pezzi. Perché l’acquirente sparisce. Alice è nel panico, ha partecipato all’asta davanti a un giudice, rischia in teoria, non solo la perdita della caparra, ma anche una imputazione per turbativa d’asta. A farsi avanti è l’agente immobiliare che presenta un nuovo acquirente. Ha tutte le caratteristiche del prestanome, uno straniero senza fissa dimora, si scoprirà poi, anche con precedenti penali. È pronto a pagare in contanti, pronta cassa, ma ad un prezzo inferiore. Mancano oltre 80 mila euro per arrivare alla cifra pattuita per l’asta. Ma non c’è alternativa. Accettano. Sono ancora tutti a casa della nonna, ormai mancano una manciata di ore, si guardano tra loro, guardano le pareti, l’orologio batte le ore. Per fortuna che c’è lui, l’agente immobiliare, pronto a presentare loro l’ennesima soluzione. Due benefattori, stimati professionisti di un paese vicino, anziani, senza figli, sempre pronti ad aiutare.

Si incontrano a casa di Alice. Tra gli abbracci e le lacrime promettono di aiutare la famiglia ad uscire dall’incubo.

Si danno appuntamento il giorno dopo in agenzia e lì il gioco si svela. Dall’altra parte del tavolo non ci sono amici, ma squallidi usurai, che hanno accuratamente costruito le premesse e calcolato i tempi e le urgenze per spingere questa famiglia in una condizione di bisogno al fine di spogliarli di ogni cosa.

Alice e suo padre si vedono mettere davanti un pacco di cambiali da 80 mila euro e firmano una carta in cui si impegnano a cedere loro la grande villa ad un prezzo vile se non riusciranno a pagare tutto entro 90 giorni. La casa della nonna è già stata svenduta e l’indomani scade il termine per la casa all’asta.

Quando Alice mi ha raccontato questa storia, a questo punto ha fatto una pausa e mi ha chiesto: Cosa avresti fatto tu? Cosa avreste fatto voi? Io guardo mio padre… e firmo.

Finalmente la villa è di nuovo di loro proprietà... ma per quanto? Scadono i tre mesi e l’agente immobiliare comincia a perseguitarli con minacce, telefonate, agguati. Pretende di entrare in casa per fare le foto per rimetterla in vendita. Lei decide che la misura è colma e va alla Guardia di Finanza per fare la denuncia di usura. Gli stimati professionisti mandano le cambiali in protesto e Alice si ritrova iscritta nella centrale rischi della Banca d’Italia Non può più avere rapporti col sistema bancario né con le utility. Mi ha raccontato che non le fanno più neppure un contratto per il wi-fi, è tutto a nome del fidanzato.

La vicenda giudiziaria è ancora in corso. Grazie all’impegno delle fondazioni antiusura si lavora anche ad una soluzione consensuale.

Certo è che un meccanismo così machiavellico e ben rodato non può essere stato messo in campo una volta sola. Chissà quanti sono rimasti vittima di questa usura sommersa i cui protagonisti non sono mafiosi, ma stimati professionisti, che invece dell’intimidazione si servono di avvocati e carte bollate.

L. G.