· Città del Vaticano ·

PRIMA che sia troppo TARDI

 PRIMA  che sia troppo TARDI  ODS-024
03 settembre 2024

Ciao, mi chiamo Ciro e ho cominciato a distribuire «L’Osservatore di Strada» in piazza San Pietro a partire dal primo numero. Adesso, ho iniziato anche a scrivere per condividere un po’ della mia storia e far sentire la mia voce alla quale pochi, fino ad allora, avevano prestato attenzione. Questo giornale è importante per me. Non solo mi rappresenta, ma è anche lo strumento attraverso il quale ho potuto conoscere una compagnia di amici che mi ha aiutato a capire che il destino di ciascuno di noi non è segnato una volta per tutte. C’è sempre la possibilità di cambiare, di migliorare e nessuno è tanto povero al punto da non avere nulla da donare all’altro.

Il numero che ti offriamo questo mese lo abbiamo voluto dedicare al sovraindebitamento, un fenomeno che riguarda tantissime persone e famiglie e che, per molti, rappresenta l’anticamera della povertà estrema. Nel grande luna park della società dei consumi non c’è desiderio che non si possa realizzare. «Compri adesso e paghi dopo» dice la pubblicità. Così, il prestito — che resta comunque uno strumento utile e importante per l’emancipazione sociale — si può trasformare, quando non si agisce con consapevolezza o le circostanze della vita sono contrarie, in una trappola micidiale che debilita e, poi, distrugge. Sono in pochi a lanciare l’allarme. Così si insinua e si allarga la piaga dell’usura, sia quella criminale sia quella in guanti bianchi, e la società genera nuovi scartati, i cosiddetti “non bancabili”.

Nelle pagine del giornale abbiamo cercato di raccontare e spiegare questo tema raccogliendo le storie di chi ha vissuto il dramma in prima persona ed anche quelle di chi si impegna, attraverso le fondazioni antiusura, a cambiare il corso delle cose, offrendo competenze e aiuto e promuovendo la cultura della sobrietà e della solidarietà.

Anche io ho un grande debito da pagare. È un debito con me stesso e con la vita per tutti gli anni che ho buttato via cercando nel posto sbagliato la cura alle mie sofferenze e alla mia solitudine. Ora ho cominciato a ripagarlo, un passo alla volta, non per riprendermi il passato (indietro non si torna!), ma per andare avanti con rispetto e amore verso me stesso e verso gli altri.

Allora, prendi questo giornale come un mio dono. Se lo vorrai lascia un’offerta a chi te lo porge oppure mettila nelle mani del povero che incontrerai sulla tua strada. Ma non ti limitare a questo. Fermati, ascoltaci, guardaci: non siamo invisibili e insieme possiamo cambiare in meglio questo nostro mondo.