· Città del Vaticano ·

Saldare il debito con la vita

 Saldare il debito con la vita  ODS-024
03 settembre 2024

Il coraggio di resettare la mia vita

Per due o tre anni, mi è sembrato di avere davanti agli occhi il tasto del “reset”, ma non ho avuto mai il coraggio di premerlo.

La fame e la sete erano troppo forti e premere quel tasto — come si fa con lo smartphone —, ripartire da capo mi sembrava troppo rischioso.

Ora penso di averlo premuto, con consapevolezza, rischiando e perdonando.

Gli abusi avevano creato in me uno scompenso e anche odio. Innanzitutto nei miei confronti. Perché chi si fa male può solo odiarsi.

Con quel “reset” ho cominciato, giorno dopo giorno, a cambiare la mia vita, iniziando a perdonare chi mi ha fatto del male e, purtroppo, continua a farlo.

Pochi mesi fa ho dovuto rinunciare alla mia autonomia abitativa, alla casa che, con tanto impegno personale e con l’aiuto di chi aveva creduto in me, ero riuscito a mettere su. Gli avvoltoi e le iene avevano ricominciato a girarmi attorno e quello non poteva più essere un posto sicuro.

Ho dovuto rinunciare al mio sogno e sono tornato a vivere vicino a mia madre, a quella madre che da bambino non avevo mai voluto ascoltare. Sono tornato da figlio. Ho affidato a lei i miei soldi e lo ho chiesto di darmi giornalmente solo l’essenziale, quello che mi serve per vivere. Non un euro di più.

Così ho cominciato, faticosamente, a liberarmi dell’abuso e dell’eccesso.

Ogni giorno acquisto solo l’essenziale, ma non per questo sento di privarmi di qualcosa. Non mi privo, non abuso e non vengo abusato.

Ogni giorno, però, quando vado in giro sento angoscia e senso di colpa. Angoscia, per la paura di essere accerchiato ancora una volta dagli avvoltoi; senso di colpa, perché con l’abuso di alcol ero io a diventare un avvoltoio, quasi un mostro gonfio di ira e di rabbia.

Questa vita “resettata” è come un allenamento in palestra, non posso mai mollare. E questa palestra non va in ferie, continua con gioia e armonia.

Ciro