Natale
Domani, avviando la Veglia di Natale, Papa Francesco aprirà la Porta Santa dell’Anno Santo 2025, il Giubileo della Speranza. L’anno che sta per chiudersi ha messo a dura prova questa virtù. La domanda di Kant sul cosa sia lecito sperare, oggi diventa più radicale se slitta sul se sia possibile sperare. Le notizie, i racconti, le immagini della “terza guerra mondiale a pezzi” che dilaga ormai in diverse aree del pianeta, sono talmente tragiche da rendere veramente ardua la speranza.
Venerdì scorso un articolo di Beatrice Guarrera riportava la storia di una mamma di 27 anni uscita dalla prigione di Sednaya, in Siria, insieme a suo figlio di 8 anni che «non sa cosa sia un biscotto, un albero o un uccello, nemmeno un giocattolo con cui giocare. Non sa leggere né scrivere. Ha visto sua madre subire abusi fisici e sessuali». Questo bambino è una delle molte vittime delle tante guerre che insanguinano il mondo. Vengono in mente Dostoëvskij e tutti coloro che hanno gridato lo scandalo del dolore dei piccoli, degli innocenti. Come fare, dunque, a sperare oggi?
Se la colomba, simbolo della pace, nell’illustrazione dello scorso anno di Filippo Sassoli cercava una via dall’alto per uscire dal labirinto in cui si era smarrita, nell’immagine che oggi presentiamo non sembra più essere viva, ma solo uno scheletro. Però questo scheletro di colomba ha la forza per un ultimo gesto e indica la stella cometa che arriva e con essa l’avvento di un Dio fatto carne, fatto bambino.
Questa è la speranza cristiana, quella sorella che, più piccola della fede e della carità, Peguy ci ricorda che è lei che sostiene le altre due. Nella piccolezza c’è la forza più grande. È così è la vita: paradossale e sorprendente; da quelle ossa e da quegli scheletri, oggi sparsi in tutti i continenti, la vita può rinascere. È questo il messaggio contenuto nella Bibbia. Nell’Antico Testamento la visione di Ezechiele è quella di una «pianura che era piena di ossa, tutte inaridite» alle quali lui profetizza la parola di Dio: «Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete: Saprete che io sono il Signore». (Ez 37, 1-8). E nel Nuovo Testamento gli fa eco il canto di Zaccaria: «Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, / ci visiterà un sole che sorge dall’alto, / per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, / e dirigere i nostri passi / sulla via della pace". (Lc 1, 78-79). La via della pace passa attraverso la tenerezza di Dio. Allora sì, possiamo e dobbiamo, anche oggi, soprattutto oggi, sperare.
di Andrea Monda