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La buona Notizia
Il Vangelo della domenica fra l’VIII di Natale - Festa della Santa Famiglia di Nazareth (Lc 2, 41-52)

Testimoni della verità

 Testimoni della verità  QUO-293
28 dicembre 2024

Di questo testo del Vangelo mi ha sempre stupito l’ingenuità di Maria e Giuseppe quando cercano Gesù e lo trovano nel tempio che discute con i sacerdoti sapienti. Sapevano che Gesù non era stato concepito dalla loro unione sessuale. Se lo erano dimenticato al punto da stupirsi ora che quel ragazzino con la sua precoce sapienza fosse Dio? Forse fino ad allora Gesù era stato un bambino come tutti gli altri ma, vedendolo e ascoltandolo mentre improvvisamente discute con i sapienti del Tempio e si fa rispettare, sono stupefatti. Maria e Giuseppe sapevano bene che la nascita di Gesù era stata molto particolare, anzi “eccezionale”, non ne parlavano con nessuno e d’altra parte chi avrebbe creduto che Maria aspettava un figlio pur essendo vergine, e addirittura un figlio da Dio? Del resto a chi parlarne, a chi raccontare che «Maria aspetta un figlio, però è vergine, nessun uomo l’ha toccata»? Era già tanto che ci avesse creduto Giuseppe.

La scena di Gesù ragazzino che discute di teologia con i sacerdoti sapienti del Tempio sorprende moltissimo Maria e Giuseppe. Di sicuro a sorprendersi di più penso che sia stato Giuseppe e deve essere stata una sorpresa molto bella perché era la testimonianza della verità di quello che Maria gli aveva raccontato quando gli disse che aspettava un figlio anche se nessun uomo l’aveva toccata. Penso che Maria sia stata imbarazzata allora nel parlarne con Giuseppe ma era stata sincera e Giuseppe le aveva creduto. Perciò ora, davanti a questo ragazzino che discute di teologia alla pari coi saggi del Tempio, di sicuro Giuseppe è ancora più che convinto della verità di Maria. Questo episodio accaduto nel Tempio di Gerusalemme è il primo atto di un evento che avrebbe rivoluzionato la percezione dei valori della vita di tutti e avrebbe dato l’avvio a una fede che mette al centro la fraternità di tutte le creature, proprio come l’accoglie con esattezza milleduecento anni dopo uno “strano” giovane di Assisi di nome Francesco.

di Liliana Cavani