· Città del Vaticano ·

Pellegrini giubilari

Da Évreux sulle orme
degli apostoli Pietro e Paolo

 Da Évreux sulle orme degli apostoli Pietro e Paolo  QUO-011
15 gennaio 2025

di Jean-Benoît Harel
e Lorena Leonardi

L’emozione di attraversare un passo dopo l’altro venti secoli di storia del cristianesimo, dalle catacombe a San Pietro, alla ricerca di un tesoro da acquisire e trasmettere a chi più ne ha bisogno: la speranza. Così vivono il Giubileo Christine e Pascal, sposati da 37 anni e genitori di tre figlie, pellegrini francesi a Roma con la loro diocesi, Évreux, da lunedì 13 a venerdì 17.

Accompagnati da quattro sacerdoti, insieme agli altri fedeli provenienti dalla Normandia hanno già attraversato le porte sante di due basiliche papali e compiranno il pellegrinaggio delle Sette Chiese ideato da San Filippo Neri. Oggi hanno incontrato Papa Francesco all’udienza generale, culmine di una «esperienza spirituale» che dalla prospettiva locale ha abbracciato un orizzonte universale. «Vedere tutti questi giovani all’udienza è una gioia grande — confida Christine — e mi fa pensare che abbiamo ereditato una storia che sarà portata avanti dalle generazioni future. Mi colpisce l’idea di far parte di una storia, mi impressiona pensare che dove camminiamo noi hanno camminato i santi apostoli Pietro e Paolo, e che oggi il messaggio del Vangelo continua a essere trasmesso e diffuso».

Impegnati da anni nel servizio caritativo verso le persone malate a Lourdes, Christine e Pascal sentono di «non essere semplicemente nell’azione, ma che quest’ultima è fondata su ciò che chiede Gesù: amare e servire, questo è l’essenziale, soprattutto i più piccoli, le persone malate o disabili». Nel santuario mariano dove sono volontari, la speranza è protagonista assoluta: «La riceviamo sia da Dio sia dalle persone che accompagniamo: così si alimentano la nostra fede e il nostro desiderio di continuare a servire».

L’esperienza di questi giorni è stata un’occasione di gratitudine per Paola Auclaire, direttrice della comunicazione della diocesi, in pellegrinaggio con un’intenzione particolare per i suoi genitori, che sono venuti a mancare. «Dico spesso — prosegue — che la comunicazione ha bisogno di essere incarnata, non potevamo non essere qui. Siamo con Cristo, siamo tutti uniti, e questa unità si vive nel concreto delle nostre vite e del nostro lavoro».

Di «occasione per attingere forza» parla un’altra coppia di coniugi, Yves e Alice, pellegrini in cerca di «luce» da parte dello Spirito Santo per affidargli i progetti, gli obiettivi e le persone appartenenti alle realtà associative nelle quali sono coinvolti.

Provenienti da Vernon, hanno cinque figli, e vivono questo cammino anche «come un modo per rinnovare l’impegno matrimoniale e affidare ancora una volta il nostro amore a Gesù e a san Giovanni Paolo ii ». In Francia riporteranno il ricordo più bello: la recita, stamani, del Padre Nostro «tutti insieme, uniti ai cristiani di tutto il mondo, ai bambini delle nostre parrocchie, ai catechisti e a tutte le persone che ce lo hanno chiesto e a cui pensiamo. È stato molto emozionante».