· Città del Vaticano ·

Iniziativa di vescovi cattolici e rappresentanti protestanti
per evitare una catastrofe in Repubblica Democratica del Congo

Un patto di convivenza
per superare
conflitti e divisioni

 Un patto di convivenza  per superare conflitti e divisioni   QUO-013
17 gennaio 2025

di Stanislas Kambashi

«Quante sofferenze, morti, stupri, sfollamenti e distruzioni dovranno ancora esserci prima che nella Repubblica Democratica del Congo e nella regione dei Grandi Laghi si stabiliscano pace e armonia?». Con questa e molte altre domande, la Conferenza episcopale nazionale del Congo (Cenco) e la Chiesa di Cristo in Congo (Ecc) evocano il quadro desolante della situazione nella Repubblica Democratica del Congo e nella regione dei Grandi Laghi, dove incombe lo spettro di una «catastrofe umanitaria dalle conseguenze incalcolabili». In un comunicato stampa pubblicato questa settimana, le due realtà invitano tutti i cristiani e le persone di buona volontà a considerare il 2025 come «Anno della pace e della buona convivenza nella Repubblica Democratica del Congo e nella regione dei Grandi Laghi». L’appello è rivolto in particolare alle popolazioni locali affinché facciano di questo impegno una priorità assoluta, di fronte a «un’emergenza vitale».

Nell’anno del Giubileo della Speranza, si esortano i popoli, le comunità e gli Stati dell’area a lavorare per una «coesistenza pacifica e solidale». Nel loro messaggio, la Cenco e l’Ecc ribadiscono che non si può più «rimanere indifferenti ai conflitti politici e armati e alla loro scia di divisioni e di impatto devastante sulla vita umana, sull’ambiente e sulle condizioni socio-economiche dei nostri popoli», con sofferenze, morti, stupri, spostamenti forzati e distruzioni. Auspicato inoltre uno sviluppo nei Paesi dei Grandi Laghi sulla base di «una cultura di buon vicinato attraverso le frontiere», senza versare «il sangue di migliaia di innocenti». La Cenco e l’Ecc lanciano dunque un appello urgente: «Affrettiamoci a suggellare questo “Patto sociale per la pace e la convivenza nella Repubblica Democratica del Congo e nei Grandi Laghi”», senza alcun indugio.

I vescovi cattolici e i rappresentanti protestanti ritengono che «l’esito salvifico» di tale Patto permetterà all’Africa di «liberarsi dai conflitti politici armati e di inserirsi nella logica della fraternità globale dei popoli, delle comunità e delle nazioni». Per raggiungere l’obiettivo, riferisce il documento firmato dal pastore Eric Nsenga, segretario generale della Ecc, e da don Donatien Nshole, segretario generale della Cenco, si invita a «sostenere» l’appello che, sottolineano, punta a uno scambio di idee; a un «dialogo per trovare soluzioni adeguate alle cause profonde» dei conflitti armati che gettano la Repubblica Democratica del Congo e la regione in lutti e spargimenti di sangue; a unirsi nel rispetto della diversità «per costruire un’Africa forte» di fronte «alle sfide della globalizzazione»; a sollecitare i leader africani ad aderire all’iniziativa «per porre fine al rumore delle armi» e a costruire partenariati per uno sviluppo integrale e sostenibile, senza indulgere nello sfruttamento illecito delle risorse naturali che favoriscono i conflitti; infine, a «invitare la comunità internazionale ad accompagnare i popoli africani» nel costruire e lasciare in eredità un continente dove regnino giustizia, pace e migliori condizioni di vita e ambientali per le generazioni future.