Non è un sogno del Papa
Il Papa delle periferie non lo ha mai considerato altrimenti e lo ha ripetuto molte volte fin dall’inizio del suo ministero: la Chiesa è un popolo in cammino con i suoi pastori in testa al gregge, o nel mezzo o in coda, ma comunque un popolo che ha “fiuto” per le cose dello Spirito. E questa convinzione — che in realtà viene dal Vaticano
Ci può parlare di questa nuova modalità operativa del Sinodo dei vescovi?
Quando abbiamo fatto il nuovo itinerario, quella non è stata una nostra invenzione, abbiamo ascoltato anche ciò che alcuni vescovi avevano già comunicato alla Segreteria negli anni passati. Inoltre, è un itinerario che rispecchia la volontà del Santo Padre o, meglio ancora, la natura della Chiesa, perché questo non è un sogno di Papa Francesco ma è l’insegnamento del Vaticano
I primi passi che state muovendo in questa direzione, in questa gestazione, che cosa le suggeriscono?
Devo dire che dagli incontri che abbiamo avuto la reazione è sorprendente, molto positiva, e c’è tanto entusiasmo nei vescovi che abbiamo ascoltato. Anche alcuni di loro hanno già esperienze di sinodalità: per esempio l’Australia, che sta celebrando un concilio plenario, ma ce ne sono anche altri. Allora, condividiamo le esperienze: vogliamo, con il documento preparatorio che sarà pubblicato a settembre, pubblicare anche un vademecum con i best practices della sinodalità, perché ci sono alcuni che sono già avviati ma ci sono altri che sono ancora agli inizi. Allora questo ci aiuterà — condividendo questa esperienza ecclesiale da tutta la Chiesa, non soltanto dal centro — ad avviarci su questa strada.
Come massimo responsabile della Segreteria del Sinodo, come vede la strada che avete intrapreso nell’ottica — come lei diceva prima — non solo del cuore di Papa Francesco ma del Vaticano
Forse la risposta che le do sarà un po’ sorprendente: sinceramente, non conosco la strada perché la strada si sta sviluppando di giorno in giorno. Abbiamo alcune linee generali, ma siamo aperti. Non è un progetto già fissato, si fa ma ascoltando i nostri partner, perché il Sinodo non è un progetto della Segreteria, ma della Chiesa. Noi stiamo facendo incontri anche con i vari dicasteri della Curia, perché noi vogliamo che anche loro si sentano partecipi nell’organizzazione, nel celebrare questo processo. Quindi, tutti siamo pronti ad imparare, anche per il bene della Chiesa, per modulare la strada che lo Spirito ci indica.
di