La buona Notizia
Il Vangelo della XXXI domenica del tempo ordinario (Mc 12, 28b-34)

All’altezza di amare

 All’altezza di amare  QUO-246
29 ottobre 2024

Scrive Giancarlo Bruni: «Non veniamo dal caso, ma dall’amore. Non andiamo verso il nulla, ma ritorniamo all’amore. Non siamo qui per caso, ma per amare». In questo tempo di guerre fratricide, di sopraffazione e indifferenza, il comandamento del Levitico citato da Gesù — «ama il tuo prossimo come te stesso» — sembra una terra remota e disabitata.

Ma se è vero che il prossimo è il nostro specchio, come facciamo ad aprirci a lui se prima non amiamo noi stessi? Come possiamo includerlo nelle pareti del nostro cuore, se non siamo capaci di immedesimarci, comprendendo le sue difficoltà, le sue ferite, la sua inquietudine? Molte relazioni coniugali si disintegrano, quando non ci innamoriamo ogni giorno di noi stessi. O, peggio ancora, quando ci si reputa indegni, non all’altezza di essere amati.

Amare se stessi presuppone uno sguardo caritatevole che inonda di luce le nostre ombre: determina un’accettazione incondizionata delle fragilità e delle paure che la vita ha generato in noi nel corso del tempo. Spesso pretendiamo che il prossimo sia a nostra immagine e somiglianza, che rispetti le nostre regole e convinzioni, che non tradisca le nostre aspettative, e sia in grado di riempire gli abissi interiori che ci abitano. Ma non si può colmare nemmeno un bicchiere d’acqua, se il nostro pozzo è vuoto.

Un amore autentico ama senza chiedere niente in cambio, rinuncia alla perfezione, accetta i difetti con l’intelligenza della compassione. Siamo il risultato dell’amore ricevuto, e delle particelle di bene che abbiamo disseminato lungo il cammino. In questo movimento continuo d’amore dato e ricevuto, forse risiede il senso della nostra vita, perché amare veramente il prossimo, accettando con cuore spalancato le sue crepe e deformazioni, ci fa sentire parte del progetto divino, rendendoci della stessa sostanza del Padre. 

di Simone Cristicchi