Studiare la storia
per vivere oggi la fede

 Studiare la storia  per vivere oggi la fede  QUO-264
21 novembre 2024

Si racconta che san Filippo Neri fosse solito dire all’amico Cesare Baronio, fondatore della storiografia cattolica: vieni almeno una volta al mese a insegnare la storia della Chiesa ai nostri allievi perché non la conoscono più, e se non si sa la storia si arriverà a non conoscere più la fede. Questa attenzione allo studio della storia è quanto mai attuale e la Lettera pubblicata da Papa Francesco lo indica con grande chiarezza. Come già accaduto con la precedente Lettera dello scorso agosto, dedicata all’importanza della letteratura, il Successore di Pietro parla innanzitutto ai sacerdoti pensando alla loro formazione, ma accende un faro su un argomento che non interessa soltanto loro.

Studiare la storia della Chiesa è un modo per custodire la memoria e costruire il futuro. Ed è il modo migliore per interpretare la realtà che ci circonda. Educare le giovani generazioni ad approfondire il passato, a non fidarsi degli slogan semplificatori, a destreggiarsi nel dedalo di milioni di “notizie” spesse volte false o comunque tendenziose e incomplete, è una missione che ci riguarda tutti. Le parole di san Filippo Neri insistono sul legame peculiare della fede cristiana con la storia. L’incarnazione, morte e resurrezione del Figlio di Dio è un avvenimento che ha diviso in due — tra un prima e un dopo — la storia dell’umanità. La fede cattolica non è innanzitutto idea, filosofia, morale, ma relazione, vita, concretezza, storia. Noi siamo cristiani grazie a una testimonianza che si è tramandata di madre in figlio, di padre in figlia, da nonni a nipoti. E risalendo all’indietro questa catena arriviamo ai primi testimoni, gli apostoli, che condivisero, giorno dopo giorno, tutta la vita pubblica di Gesù.

Questo amore per la storia, accompagnato dallo sguardo di fede, fa guardare con attenzione anche alle pagine meno nobili e più buie del passato della Chiesa. «Studiate senza pregiudizi perché la Chiesa non ha bisogno della menzogna ma solo della verità», disse Leone xiii aprendo l’allora Archivio Segreto Vaticano nel 1889.

Certo, approfondire la storia ci mette in contatto con le “macchie” e con le “rughe” del passato. Francesco spiega che «la storia della Chiesa ci aiuta a guardare la Chiesa reale per poter amare quella che esiste veramente e che ha imparato e continua ad imparare dai suoi errori e dalle sue cadute». Riconoscendo sé stessa anche nei suoi momenti oscuri la rende capace di comprendere «le macchie e le ferite» del mondo di oggi.

Lo sguardo del Papa è dunque molto distante da qualsiasi preoccupazione apologetica, tesa a presentare una realtà edulcorata; come pure dalle tendenze ideologiche che invece dipingono la Chiesa come una sentina di malfattori.

In realtà, una Chiesa che sappia veramente confrontarsi con ogni piega del suo passato, più facilmente resta umile perché cosciente che a salvare l’umanità è il Signore, e non le strategie di marketing pastorale o il protagonismo di questo o quel personaggio alla moda. 

di Andrea Tornielli