La Mariologia degli Uffizi:
Dopo la Cappella Sistina e i Musei Vaticani, la Basilica di San Giovanni in Laterano e in altri luoghi carichi di storia a Roma e a Milano, il progetto “La bellezza che accoglie”, sostenuto dall’Osservatore di Strada, è giunto a Firenze. Le porte che si sono aperte per accogliere un gruppo di persone fragili sono state quelle della Galleria degli Uffizi. Mons. Giovanni Emidio Palaia, ideatore e promotore del progetto, che ha accompagnato il gruppo insieme con i suoi collaboratori, racconta in questo articolo la bella esperienza vissuta che dimostra ancora una volta come la bellezza dell’arte possa essere strumento di inclusione e di solidarietà.
Ho davanti a me gli sguardi e gli occhi di Mariam, di Gabriana, di Laura, di Daniel, di Erika, di Nicholas, di Dominic, di Adil, di Susanna, di Fabio, di Elena. Occhi incantati e meravigliati che si sono sentiti accolti e abbracciati.
Firenze: la bellezza genera bellezza. Così si può riassumere l’esperienza straordinaria vissuta da un gruppo di amici del progetto "La bellezza che accoglie", promosso insieme con l’Osservatore di Strada, durante la visita alla Galleria degli Uffizi. Un percorso nel quale si sono intrecciate arte, spiritualità e umanità, trasformando la contemplazione delle opere in un momento di inclusione e fraternità.
Grazie a questa iniziativa, nata a Roma e poi approdata a Firenze, circa venti persone di diversa età, accompagnate dalle Missionarie della Carità di Madre Teresa, dall’Associazione Ebenezer di Scandicci e dai Servizi di Inclusione della Diaconia Valdese, hanno potuto vivere un’esperienza indimenticabile, con il nostro accompagnamento e quello di guide esperte degli Uffizi. Il cammino ha preso avvio nella Sala della Maestà, dove il gruppo si è lasciato guardare dagli sguardi intensi e accoglienti di Maria e del Bambino nelle celebri opere di Cimabue e di altri maestri del Trecento. Ogni dipinto, ogni dettaglio ha saputo parlare non solo di bellezza, ma anche di una cultura che accoglie, di un’arte che unisce, trasformando l’ammirazione in un’esperienza spirituale.
Dalle pale gotiche fino alle meraviglie del Rinascimento, il gruppo ha ammirato capolavori come l’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano, le opere di Michelangelo, Botticelli, Leonardo e il Beato Angelico. Si è percepito come l’umanesimo fiorentino non sia solo un’eredità storica, ma anche un invito a riscoprire la dignità e la bellezza dell’essere umano.
La visita è stata arricchita dai saluti dell’Arcivescovo di Firenze, Monsignor Gerardo Gambelli, che ha sottolineato la gioia di poter condividere questi momenti di fraternità, e del Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Firenze, Gadi Piperno, che ha ricordato l’importanza di percorsi di incontro e dialogo. Significativo è stato il suo invito a visitare prossimamente la Sinagoga di Firenze, un tesoro che arricchirà ulteriormente questo cammino di inclusione e bellezza condivisa.
Ciò che più resta impresso, al termine della visita, sono gli occhi pieni di stupore e gratitudine di ogni partecipante. Molti, al ritorno, hanno raccontato di essersi sentiti accolti e abbracciati: non solo dalle opere d’arte e dalla figura di Maria, ma anche dall’amicizia e dalla fraternità vissute in queste ore insieme.
Giovanni Emidio Palaia
Ideatore e promotore del progetto "La bellezza che accoglie"