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Agenda 2030, parità
di genere e Chiesa

 Agenda 2030, parità di genere e Chiesa  DCM-001
04 gennaio 2025

L’obiettivo numero 5 della Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite è la parità di genere. Va eliminata ogni forma di discriminazione e violenza per tutte le donne, di tutte le età; per tutte ci deve essere parità nel contesto lavorativo, politico e privato. Anche se molto è stato fatto, ancora oggi in media nel mondo le donne guadagnano un 23% in meno degli uomini, mentre dedicano quasi il triplo di ore in più, rispetto agli uomini, al lavoro domestico non remunerato

Nonostante che la consapevolezza, nei Paesi occidentali. ci che le donne siano forza trainante del sistema economico e che la loro presenza arricchisca l’organizzazione di nuove soft skills, i tetti di cristallo rimangono. I motivi sono complessi, ma ci sono cose da ripensare subito. E la Chiesa può dare il suo contributo.

La visione cristiana ha molto a cuore la dimensione relazionale degli individui: la persona non si realizza da sola, ma nelle sue relazioni. Questo aspetto antropologico fondamentale viene poco considerato nelle leggi di parità, che tende a pensare nelle persone (donne e uomini) come se fossero delle isole a se stanti. Il pensiero cristiano potrebbe contribuire a che il diritto e le politiche non si facciano carico solo dei diritti dei singoli, ma anche dei tessuti relazionali.

In Italia, la Fondazione Marco Vigorelli (di ispirazione cristiana) mette insieme il capitale economico e il capitale relazionale, perché ci si è resi conto che la cura delle relazioni dentro e fuori del posto di lavoro aumenta la produttività. Cosí, favorire che uomini e donne possano ri-conciliare famiglia e lavoro è un aiuto concreto ed effettivo per la parità: meno donne vengono licenziate, più donne avanzano in carriera. La cura delle relazioni vale per entrambi i sessi. Cosí in Spagna dal 2024 il congedo parentale retribuito al 100% è lo stesso per neo-mamme e neo-papà: ciascun genitore ne ha diritto per 16, fino a 20, settimane. Questo tipo di misure favorisce il coinvolgimento di entrambi nella cura del figlio, e pone condizioni concrete per superare le discriminazioni (non sulla carta, ma nella realtà) nei confronti delle donne.

Un altro elemento centrale nella visione cristiana è il significato della differenza sessuale. La Chiesa vuole custodire le differenze, non abbatterle. Quindi, potrebbe aiutare a pensare come le leggi della parità possono garantire la uguaglianza e allo stesso tempo farsi carico delle differenze reali. Per esempio, l’impegno nella ricerca accademica di una donna incinta o che allatta potrebbe ottenere un maggiore riconoscimento in termini di punteggio, perché il suo impegno è più gravoso. Qualche esperimento in questa linea si è già fatto in Germania.

In fondo custodire la dimensione relazionale e le differenze sono due elementi fondamentali per il pensiero cristiano. Credo che la parità di genere e gli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile non siano ambiti che gli debbano essere estranei, ma spazi dove dare un contributo specifico e necessario.

di Marta Rodriguez