DONNE CHIESA MONDO

Letture di Rosa Lupoli

E non si chiamava «femminicidio»

 E non si chiamava «femminicidio»  DCM-001
04 gennaio 2025

Cristina Rivera Garza, «L’invincibile estate di Liliana» SUR 2023

Nel 1990 Liliana Rivera Garza viene uccisa a Città del Messico dal suo ex-fidanzato, che dopo il mandato di cattura si è dileguato fino ad oggi. Il libro, vincitore del premio Pulitzer 2024, è scritto dalla sorella Cristina, affermata scrittrice, che ci ha messo trent’anni per aprire le scatole dove erano custoditi gli effetti personali della sorella e ricostruire la vita in fieri di una ventenne studentessa di architettura. L’autrice ricorda che nel 1990 non esisteva il termine “femminicidio” e che veniva rubricato come delitto di secondo grado che afferiva alla sfera del delitto passionale dovuto a un raptus. Cristina ha voluto far conoscere Liliana attraverso i suoi scritti, la testimonianza dei compagni di università e le persone che le hanno voluto bene. Ha tentato di ricostruire il tortuoso percorso di una relazione d’amore che si era intorbidita fino a quando Liliana aveva deciso di lasciare il suo ragazzo tossico. Citando una poesia di Albert Camus, Liliana aveva scritto: «Ho compreso, infine, che nel bel mezzo dell’inverno, ho scoperto che vi era in me un’invincibile estate». Ma lui, l’assassino, aveva deciso che il sogno di Liliana di un master in Inghilterra insieme alle sue amiche, dovesse essere reciso.

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