Quel perdono
di Amedeo Lomonaco
Il percorso dei giubilei, fin dalle origini nel 1300, è un tracciato che si snoda tra contesti storici molto diversi. Si tratta di un itinerario di fede orientato sempre dalla stessa bussola: quella del perdono che trova in Gesù una “Porta” sempre aperta. La storia degli Anni Santi, in particolare, si può leggere anche attraverso le Bolle di indizione, documenti generalmente scritti in latino con il sigillo del Papa, in cui si indicano le date dell’inizio e del termine del “giubileo”. Originariamente, il sigillo — ossia la “bolla” — era solitamente di piombo e recava sul fronte l’immagine dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Le Bolle di indizione dei Giubilei del xx secolo e del xxi secolo attraversano cruciali tornanti della storia, tempi segnati dal progresso ma anche da frangenti drammatici. Nella Bolla per l’Anno Santo del 1900, Properante ad exitum saeculo, Leone xiii, il Pontefice della Rerum Novarum, ricorda il contesto in cui si registra il passaggio tra due secoli, segnato dalle «mutate condizioni di Roma», proclamata capitale del regno d’Italia. Il Giubileo del 1900, con il Pontefice «prigioniero in Vaticano» per la questione romana, si inserisce in un mondo sempre più piccolo in cui piroscafi a vapore solcano velocemente gli oceani e la rete ferroviaria si rivela sempre più capillare. Riferendosi all’Anno Santo, Leone xiii lancia un appello al risveglio della fede nel popolo cristiano ed esorta a vincere la sfida della modernizzazione. Il tratto iniziale del 1900 è scosso dalla prima guerra mondiale che, a partire dal 1914 e fino al 1918, infiamma l’Europa. Milioni di uomini combattono e muoiono. Le armi, tra cui gas asfissianti, carri armati e aerei muniti di bombe, sono sempre più devastanti. Un altro evento di questo primo scorcio di Novecento, segnato tra l’altro dall’ascesa dei totalitarismi, è la deposizione dello zar russo e la vittoria dei rivoluzionari comunisti. Nel 1924 Pio xi proclama l’Anno Santo del 1925 con la Bolla intitolata Infinita Dei misericordia. In questo documento il Pontefice auspica una «restaurazione della società». Molti Paesi sono ancora scossi dalle laceranti ferite provocate dalla prima guerra mondiale. «Non si vede — scrive il Pontefice — come possano ripristinarsi i vincoli di fratellanza tra i popoli e come possa ristabilirsi una pace durevole, se i cittadini e gli stessi governi non si compenetrino di quella carità che per lungo tempo purtroppo, specie per causa della guerra, parve sopita e quasi abbandonata». Nel 1933, nella ricorrenza dei 1900 anni dalla morte di Gesù, si apre il Giubileo straordinario della Redenzione, annunciato da Pio xi nella bolla di indizione Quod Nuper. «Rivolgano gli uomini — scrive il Pontefice — il pensiero, un poco almeno, dalle cose terrene e labili, in cui oggi cosi dolorosamente si dibattono, a quelle celesti ed eterne; e dalle trepide e tristi condizioni di questi tempi sollevino l’animo alla speranza di quella felicità alla quale Gesù Cristo Nostro Signore ci ha chiamati». È questo un periodo in cui, in diversi Paesi, si assiste all’abbattimento dei valori democratici. Negli anni successivi alla prima guerra mondiale, forti tensioni sociali e rivendicazioni nazionaliste sono infatti lo sfondo in cui si inserisce l’instaurazione di regimi totalitari. Il fascismo in Italia e il nazismo in Germania portano il mondo verso il secondo conflitto mondiale. Un orrore che provoca oltre 50 milioni di morti e immense distruzioni.
La bolla di indizione del Giubileo dell’Anno Santo 1950, Iubilaeum Maximum, segue il dramma della seconda guerra mondiale. L’auspicio di Pio xii è che il Giubileo «prepari felicemente un generale ritorno a Cristo». Il Papa scorge la speranza tra le rovine, non solo materiali, di un nuovo umanesimo. «Torni finalmente la pace nel cuore di tutti, tra le pareti domestiche, nelle singole Nazioni, nella universale comunità dei popoli». Quelli successivi alla seconda guerra mondiale sono anni in cui si disegnano nuovi equilibri geopolitici, dettati da due grandi potenze mondiali, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Il mondo è diviso in blocchi e si apre una «guerra fredda» fondata anche sulla strategia della deterrenza delle armi nucleari.
Gli anni Settanta del xx secolo sono segnati, tra l’altro, dal processo di secolarizzazione, da numerosi conflitti tra cui quello in Vietnam, e dal diffondersi di movimenti di contestazione giovanile. La società del ’68 chiede un profondo mutamento del tessuto sociale. In questo contesto si apre, nel 1975, il Giubileo indetto da Paolo vi con la Bolla Apostolorum Limina. La Chiesa, «senza invadere i campi che non sono di sua competenza, vuole far sentire agli uomini l’esigenza della conversione a Dio». «Per il mondo intero questo richiamo al rinnovamento e alla riconciliazione s’incontra con le aspirazioni più sincere alla libertà, alla giustizia, all’unità e alla pace».
Rinnovando l’invito espresso all’indomani dell’elezione alla cattedra di Pietro, Giovanni Paolo ii lancia per il Giubileo straordinario del 1983, in occasione del millenovantacinquesimo anniversario della redenzione, un appello rivolto a tutta la Chiesa. È quello espresso nel titolo della bolla di indizione, Aperite Portas Redemptori. Il Pontefice esorta ad aprire le porte al Redentore. Sono frangenti, gli anni Ottanta del Novecento, scossi da flagelli come quello dell’Aids, in cui si assiste al progressivo smantellamento delle barriere tra Est ed Ovest. La caduta del muro di Berlino, nel 1989, porta ad un nuovo assetto geopolitico. Comincia ad imporsi, in varie regioni del pianeta, un modello economico determinato, soprattutto, dai processi della globalizzazione.
Il Giubileo del 2000 accompagna i primi passi dell’umanità nel terzo millennio. Nella bolla di indizione, Incarnationis Mysterium, Giovanni Paolo ii auspica che l’Anno Santo sia «un unico, ininterrotto canto di lode alla Trinità». «Il passo dei credenti verso il terzo millennio — scrive il Pontefice — non risente affatto della stanchezza che il peso di duemila anni di storia potrebbe portare con sé; i cristiani si sentono piuttosto rinfrancati a motivo della consapevolezza di recare al mondo la luce vera, Cristo Signore». Il primo decennio del terzo millennio è scosso da molteplici avvenimenti, tra cui l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 alle Twin Towers e al Pentagono. Sono anni in cui la crisi finanziaria, iniziata negli Stati Uniti, porta pesanti conseguenze in tutto il mondo.
«Non cadete nella terribile trappola di pensare che la vita dipende dal denaro e che di fronte a esso tutto il resto diventa privo di valore e di dignità. È solo un’illusione». È questo uno dei passaggi della bolla di indizione nel 2015, Misericordiae Vultus del Giubileo straordinario della Misericordia, nel cinquantesimo anniversario della fine del concilio Vaticano ii . Papa Francesco sottolinea che l’architrave della vita della Chiesa è la misericordia. Sono anni in cui il fenomeno migratorio diventa sempre più rilevante e crescono gli squilibri tra le regioni del Nord e del Sud del pianeta. L’Anno Santo del 2025 è preceduto da varie piaghe, come la pandemia e lo scoppio di numerose guerre, tra cui quelle in Ucraina e in Medio Oriente. Nella bolla di indizione, intitolata Spes non confundit, Papa Francesco indica innanzitutto un orizzonte: «Il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra». Il Papa sottolinea che, anche in questa era segnata dalle reti digitali e dall’intelligenza artificiale, «la speranza che non delude» resta sempre una Persona: è Gesù la “Porta” verso cui l’umanità deve tendere per vivere la speranza e trovare vera consolazione.